PUNTARE ALL’UNIONE E COESIONE PER I GIORNI CHE VERRANNO
Le vertenze del territorio, partendo da quella della grande fabbrica, passando per quella della Leonardo SPA, finendo per le ditte dell’appalto e dell’indotto, fanno da intreccio in un panorama in cui l’incertezza e la paura rischiano di prevalere prepotentemente.
Non sono giorni facili per i lavoratori e non lo sono per le intere comunità, letteralmente stordite dall’avvento di questa terribile pandemia, inaspettata ed improvvisa, per molti di noi questa parole era nota solo dai racconti del passato, dai libri o dalle immagini di film e documentari storici.
In questo pericoloso mix, è bastato pochissimo tempo per allargare pericolosamente la forbice del divario sociale. Dobbiamo scongiurare con ogni mezzo che si areni pericolosamente il potere di acquisto delle famiglie a valle del quale inevitabilmente barcollano interi sistemi produttivi ed economici.
Inoltre, non si può fare a meno di citare le numerose vertenze aperte al ministero dello Sviluppo economico, a partire dall’ex Ilva per passare alla Whirlpool di Napoli, solo per citarne alcune.
Un momento delicatissimo anche per quanto attiene il futuro della Leonardo Spa, allo stabilimento di Piombino, ad Acciai Speciali Terni e alla fusione Fca-Psa; in quest’ultimo caso, la conclusione di questo processo può avere impatti importanti sugli stabilimenti italiani e tutto l’indotto, perché dobbiamo essere consapevoli del fatto che le fusioni possano essere pericolose se non governate bene. Basti pensare a quella Indesit-Whirlpool. Tutte le vertenze vanno valutate e discusse per garantire la continuità lavorativa.
A noi il dovere di dare il massimo sotto ogni aspetto, di puntare all’unione e alla coesione per i giorni che verranno e che saranno inevitabilmente specchio di scelte e azioni, all’interno delle quali mettere fermamente in evidenza l’aspetto fortemente valoriale del lavoro, quello sano, quale mezzo per ricostruire, perché di questo si tratta.
Aspetto questo, che mai come ora deve essere capace di intercettare ed ascoltare, oltre all’emergenza sanitaria, quella del mondo del lavoro attraverso la definitiva risoluzione delle annose vertenze, con strumenti validi e di impatto, necessari a ridare forza alle mani ed alle menti dei lavoratori che sapientemente sapranno ricostruire e rimodellare quanto necessario al bene comune. Solo dal lavoro e dalle scelte sapienti si potrà tendere ad irrobustire le relazioni familiari, sociali e la stabilizzazione dello shock economico.
Non l’assistenzialismo protratto, ma il lavoro, per condividere emozioni, passioni, desideri e volontà di riscatto. Partendo da Taranto, quella che ci aspetta e l’occasione, forse irripetibile, di lasciare un’impronta positiva alle future generazioni e a questa nostra Terra.