PREVIDENZA COMPLEMENTARE

DATI COVIP SU ANDAMENTO FONDI PENSIONE DIMOSTRANO LA SOLIDITA’ DEL SISTEMA

I dati Covip sull’andamento dei fondi pensione, pur in presenza della gravissima crisi pandemica ed economica, dimostrano la solidità del modello di previdenza complementare italiano.

Un modello all’avanguardia nel mondo che ha permesso di contenere le perdite del primo trimestre ed un significativo recupero del secondo trimestre 2020.

Un investimento previdenziale dei lavoratori che, quindi, continua ad essere salvaguardato come prova il dato sui rendimenti dell’ultimo decennio, 2010 – 2019, nei quali ha reso di più del Tfr lasciato in azienda.

Il sindacato chiede al Governo di sostenere con determinazione il secondo pilastro previdenziale, avviando un nuovo semestre di silenzio assenso e ripristinando soprattutto una fiscalità incentivante.

COVIP – Principali dati statistici – Aggiornamento giugno 2020
Scarica il documento pdf qui

I mercati finanziari hanno recuperato terreno nel secondo trimestre del 2020 dopo le pesanti perdite registrate nella prima parte dell’anno. Le misure espansive adottate nelle principali aree economiche e il progressivo allentamento dei provvedimenti restrittivi decisi dalle autorità per contenere il propagarsi della pandemia hanno reso più distese le condizioni sui mercati. Dopo essere scesi nel primo trimestre, i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine si sono stabilizzati sia negli Stati Uniti sia nell’area dell’euro; i differenziali di rendimento dei titoli governativi italiani rispetto ai titoli tedeschi sono diminuiti.

I listini azionari sono progressivamente risaliti, riavvicinandosi nel complesso ai valori di fine 2019; la volatilità si è notevolmente ridotta. I risultati delle forme complementari sono risaliti, pur continuando in media a rimanere negativi rispetto alla fine del 2019. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i fondi negoziali hanno perso l’1,1 per cento; il 2,3 e il 6,5, rispettivamente, i fondi aperti e i PIP di ramo III, caratterizzati in media da una maggiore esposizione azionaria. Per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti, il risultato è stato pari allo 0,7 per cento.

Valutando i rendimenti su orizzonti più propri del risparmio previdenziale, essi restano nel complesso soddisfacenti nonostante la recente crisi. Nei dieci anni da inizio 2010 a fine 2019, il rendimento medio annuo composto è stato pari al 3,6 per cento per i fondi negoziali, al 3,8 per i fondi aperti e per i PIP di ramo III, e al 2,6 per cento per le gestioni di ramo I.

Aggiungendo ai dieci anni gli ultimi sei mesi, i rendimenti medi annui composti scendono al 3,3 per cento per i fondi negoziali, al 3,4 per i fondi aperti e al 3 per i PIP di ramo III; restano pari al 2,5 per cento i prodotti di ramo I. Per entrambi i periodi, la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2 per cento annuo.

Condividi la pagina