In data 27 luglio 2023 si è riunito il Consiglio di Fabbrica di Acciaierie d’Italia, Appalto e Indotto di Fim – Fiom – Uilm – Usb per discutere della fase complicata in cui versa lo stabilimento di Taranto, nonché delle varie questioni e tematiche che interessano il siderurgico ed il futuro dei lavoratori.
In apertura dei lavori il Consiglio di fabbrica ha ricordato, osservando un minuto di silenzio, il collega Antonio Bellanova, vittima di un omicidio sul lavoro, verificatosi martedì scorso al porto di Taranto e che il governo e la politica devono necessariamente intervenire per evitare una strage inaccettabile
Il Consiglio di Fabbrica, dopo attenta discussione, dibattito ed analisi approfondita circa le problematiche connesse ai vari temi affrontati e le relative difficoltà presenti all’interno dello stabilimento, ritiene non più rinviabile un serio confronto con il Governo finalizzato ad affrontare le tematiche ad oggi rimaste in sospeso in merito alla questione occupazionale, ambientale, sanitaria e produttiva dello stabilimento siderurgico di Taranto.
Infatti, l’ex Ilva rappresenta una delle vertenze irrisolte ed emblematiche che dal lontano 2012 ci trasciniamo dietro, senza ancora una chiara prospettiva industriale che possa finalmente coniugare in maniera concreta salute, ambiente e lavoro. Assistiamo, invece, a continui annunci su possibili provvedimenti di rilancio per il sito di Taranto che, di fatto, non hanno mai prodotto nessun giovamento ai lavoratori e al territorio ionico, se non alla multinazionale che continua a tenere in ostaggio il governo e a determinare il mancato rilancio produttivo di tutto il gruppo ADI. Inoltre, la gestione aziendale continua a scaricare sui lavoratori le scelte sbagliate.
La situazione, pertanto, risulta totalmente fuori controllo e crediamo che non si possa continuare a gestire uno stabilimento a ciclo continuo, definito d’interesse strategico per il nostro Paese, senza avere una programmazione in merito al rilancio della produzione di acciaio. L’unica vera programmazione maniacale che l’amministratore Delegato è in grado di fare è quella sui numeri della cassa integrazione.
Tant’è, che l’aumento spropositato di cassa integrazione nelle aree di officine e di manutenzione di produzione, oltre ai lavoratori dell’area laminazione, dimostra la mancanza di pianificazione di attività manutentive di carattere ordinario e straordinario, così come i continui ritardi sugli approvvigionamenti e la mancanza di attrezzature e mezzi che compromette, di fatto, non solo la tenuta degli impianti ma soprattutto la sicurezza dei lavoratori.
Siamo ancora in attesa della presentazione di un Piano industriale orientato ad un rilancio della produzione delle attività del sito ionico. La transizione ecologica , un processo irreversibile ed epocale, a Taranto viene solo evocata negli annunci ma, in assenza di una visione di futuro, resta un puro esercizio retorico che serve esclusivamente da megafono elettorale a discapito del futuro di migliaia di famiglie.
Nel contempo ci troviamo di fronte ad una crisi sempre più dilagante che colpisce tutti i lavoratori, in particolar modo quelli dell’Appalto e dell’Indotto, già in sofferenza per le continue procedure di Cig e purtroppo non ultimi, procedure di mobilità e cessazione di attività di impresa.
Per alcune aziende dell’Indotto, inoltre, oltre alla scadenza della dote di ammortizzatori sociali, siamo in presenza di un continuo procrastinarsi di scaduti che inevitabilmente generano mancate retribuzioni e stipendi di lavoratori già in sofferenza.
Per tali ragioni Fim – Fiom – Uilm e Usb ribadiscono, ancora una volta, la necessità di un cambio immediato della Governance con il passaggio dello Stato nella maggioranza societaria necessario a voltare una pagina così drammatica per l’intera comunità ionica .
L’incertezza del futuro di migliaia di lavoratori di Acciaierie d’Italia, Ilva in Amministrazione Straordinaria e Appalto, infatti, non può continuare ad essere oggetto di inutili ed inefficaci slogan della politica.
Come Organizzazioni Sindacali da anni rivendichiamo un serio confronto tra le parti, utile a trovare soluzioni concrete rispetto alle preoccupazioni dei lavoratori e di un territorio lacerato dalla crisi. Serve accelerare sulle scelte che permettano di cambiare la gestione e di riprendere un’attività produttiva che oggi è totalmente carente e tenuta sotto scacco con le gravi conseguenze da un punto di vista di desertificazione industriale e sociale.
Nei prossimi giorni sarà avviata una campagna di contro informazione a mezzo stampa rispetto alla campagna pubblicitaria di Acciaierie d’Italia che rappresenta una realtà distorta rispetto alle tante problematiche, quelle si tangibili, che si vivono nei reparti e che daremo evidenza con tutti i dettagli necessari.
Infine, in merito a quanto emerso dal confronto odierno il Consiglio di Fabbrica e le segreterie di Fim – Fiom – Uilm – Usb hanno deciso di avviare, già dalle prossime settimane, un calendario di assemblee con i lavoratori in preparazione delle future iniziative di mobilitazione necessarie a riaprire un tavolo di confronto con il Governo che affronti in maniera risolutiva il rilancio dello stabilimento, della salvaguardia dell’occupazione, insieme alla tutela dell’ambiente e della salute dei lavoratori e dei cittadini. Il Governo non si renda complice della desertificazione industriale che Arcelor Mittal ha deciso di pianificare nei confronti del sito di Taranto. Noi non lo consentiremo e per impedirlo avvieremo iniziative di mobilitazione necessarie a rimettere al centro dell’agenda politica una vertenza che dura ormai da troppi anni.
Le Segreterie e le Rsu di Fim-Fiom-Uilm-Usb