SCIOPERO CONTRO LICENZIAMENTI, PRIMO PASSO VERSO MOBILITAZIONE GENERALE
Come era prevedibile, quello che abbiamo denunciato nei mesi scorsi purtroppo si sta verificando: chiusure di aziende e la conseguente ondata di licenziamenti. Il Governo non ci ha ascoltato, cedendo al ricatto di Confindustria. È stato sbagliato sbloccare i licenziamenti ai primi segnali di ripresa. Anche le 13 settimane di cassa integrazione, a totale carico dello Stato ottenute grazie alla mobilitazione messa in atto da Cgil Cisl Uil, non sono state utilizzate da alcune aziende.
In pochi giorni sono state avviate procedure di licenziamento per 1.500 lavoratori. Questo è un comportamento di inaudita gravità che ci fa toccare con mano quanto il nostro sistema industriale, in mano a fondi di investimento, sia estremamente a rischio. Per queste ragioni abbiamo deciso di scioperare, avviando da subito un fitto programma di assemblee in tutti i luoghi di lavoro.
Questo è il primo passo verso una inevitabile mobilitazione generale.
A fronte dello sblocco dei licenziamenti si è innescata all’interno della nostra categoria, come temevamo, una situazione di grande preoccupazione.
Diverse aziende hanno annunciato l’avvio della procedura di licenziamento: prima Gianetti Ruote, poi Gkn, Whirlpool Napoli, Kone (Embraco è stata salvata in extremis con il rinvio di sei mesi della procedura) e altre che potrebbero aggiungersi a questo elenco che già comprende circa 1.500 lavoratori diretti.
Il settore della componentistica dell’auto appare quello più esposto.
Abbiamo deciso insieme a Fim e Fiom di dichiarare due ore di sciopero con assemblee in tutti i luoghi di lavoro per le prossime due settimane, consapevoli che è già partita una mobilitazione in diverse realtà italiane che si allarga di giorno in giorno.
Sono in atto proteste in Campania, è stato programmato lo sciopero nazionale della siderurgia, scioperano anche la Regione Toscana, Monza Brianza e così via.
GKN, una delle ultime aziende in ordine temporale ad aver posto in essere azioni dirette subito dopo lo sblocco dei licenziamenti, lo ricordiamo, è un Gruppo che conta 51 stabilimenti in 20 Paesi e 27mila e 500 dipendenti. A nostro giudizio, più che l’insana decisone assunta dalla multinazionale di procedere all’ avvio della mobilità per centinaia di lavoratori, per la stessa, sarebbe dovuto essere doveroso discutere con le organizzazioni sindacali.
Noi siamo portatori di soluzioni e non condividiamo la parola ‘irreversibilità’