BARI: MOLTISSIME PRESENZE E MISURE ANTICOVID PER IL LAVORO E LA VITA
Nonostante le limitazioni imposte dalle severe misure di distanziamento e tutta una serie di prescrizioni per l’emergenza sanitaria in atto, il sindacato non può e non deve rinunciare al proprio ruolo.
Da qui, l’iniziativa che avevamo annunciato, quella svoltasi Venerdì 18 settembre, che ha visto, oltre Bari come uno dei teatri del Mezzogiorno del Paese, le varie piazze da nord a sud d’Italia in cui abbiamo scandito forte che la nazione deve ripartire, fondando dal lavoro. Questa ulteriore giornata di mobilitazione ha seguito quella del 29 luglio scorso in piazza San- ti Apostoli a Roma, “La Notte per il Lavoro”, ed entrambe le iniziative sono stata necessarie poiché non ci sono state risposte da parte del Governo, che peraltro ha varato pochi giorni dopo il Decreto Agosto dove si sono riscontrate pochissime luci e molte ombre, cui va aggiunto il mancato rinnovo dei contratti pubblici e privati, per oltre 10 milioni di lavoratori con chiare responsabilità delle nostre controparti.
La proroga degli ammortizzatori e del blocco dei licenziamenti che abbiamo voluto fortemente non produrranno gli effetti desiderati se il Paese non sarà in grado di ripartire attraverso una progettualità e una visione che concentri la propria azione sul lavoro, sulla persona e di conseguenza sulle necessarie riforme a partire da quella fiscale.
Attraverso i vari interventi è stata scandita la testimonianza delle preoccupazioni per varie crisi aziendali tutt’ora irrisolte, a partire da quella dell’ex ILVA e del Territorio, e del difficile contesto per gli effetti della pandemia.
Ci ritroviamo e continuiamo a permanere in un contesto sociale molto difficile, condizionato da un immobilismo politico che non lascia intravedere un impegno concreto rispetto alla necessità di operare scelte condivise in grado di cogliere e rendere immediatamente esecutive le opportunità che le risorse europee, Recovery Fund e lo stesso MES, sarebbero in grado di realizzare.
Il tutto aggravato da una ripartenza del sistema scolastico, perno centrale della comunità sociale, caratterizzata da una inammissibile confusione normativa, da un deficit occupazionale e da carenze strutturali dovute anche alla negazione di un confronto con le organizzazioni sindacali che sicuramente avrebbe aiutato la ricerca di soluzioni adeguate.
Servono nuove risposte ed un vero e proprio shock alla nazione, in particolare per i lavoratori, i giovani, donne e pensionati che in questi mesi hanno pagato, più di altri, per la mancata pianificazione di misure in grado di garantire un supporto concreto.
Il Paese ha bisogno di ricomporre un tessuto sociale che l’emergenza Covid ha messo e sta mettendo tutt’ora, a dura prova, a partire dal sistema sanitario.
Si deve ripartire dal lavoro, dal buon lavoro, in cui si opera in sicurezza e in cui si rinnovano i contratti sia pubblici che privati, condizione indispensabile per dare valore e dignità alle persone attraverso il lavoro.