LA NUOVA PROCEDURA DI CIGO E’ UN ATTO SVERGOGNATO E DI ARROGANZA
L’atteggiamento di ArcelorMittal prosegue incurante dello stato d’animo dei lavoratori e della Comunità tarantina. Inevitabile considerare la nuova procedura di CIGO da parte della multinazionale, un atto di mera arroganza e di irriflessione a poche ore dalla presentazione del nuovo piano industriale.
Qualcosa di illogico la nuova procedura per un numero massimo di 8.157 dipendenti del sito di Taranto, a far data dal 6 luglio e per 9 settimane, che null’altro fa che creare forti stati di tensione e forte malessere tra i lavoratori. Tutto evitabile visti i tempi e le circostanze.
Va infatti ricordato che la multinazionale nel luglio del 2019 ha avviato la CIGO per circa 1200 unità lavorative per poi, il 24 marzo 2020 sospendere la stessa per aprire una nuova procedura di CIGO con causale COVID-19.
Non contenta, l’attuale procedura che, come innanzi detto, ci lascia in tutta tranquillità considerare che quelli di ArcelorMittal son bravi solo a fare il calcolo della cassa integrazione e si premurano di come agganciare ad un periodo all’altro in perfetta sincronia.
Andiamo di “cassa in cassa” e teniamo i lavoratori sempre inattivi – Queste le dichiarazioni del Segretario generale Antonio Talò -, cioè cassa ordinaria per 8157 dipendenti di Taranto dal 6 luglio e per 9 settimane.
Non c’è ombra di dubbio che siamo tutti di fronte ad una contrazione di mercato, ma questo fa il paio con tutte una serie di questioni, a partire dal letterale stato di abbandono dello stabilimento e la sospensione inammissibile dei lavori AIA, che null’altro fa che consolidare ciò che il la UILM sostiene da oltre 2 mesi, e cioè che il discorso è oramai chiuso: ArcelorMittal è un soggetto non più credibile e per questo va rapida- mente “accompagnato alla porta!”.